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Firma digitale e Referendum: la novità nel Decreto Semplificazioni Bis

Autore: Alessandra Caraffa
Data: 04 Agosto 2021
Tempo di lettura: 3 min

Firma digitale e Referendum: la novità nel Decreto Semplificazioni Bis

Dal 1 Luglio è possibile firmare digitalmente con SPID per i referendum anche in Italia

La proposta di poter raccogliere le firme per referendum e leggi d’iniziativa popolare in modalità telematica risale alla Legge di Bilancio 2021. La trasformazione in legge del decreto semplificazioni bis, avvenuta nel mese di Luglio, ha poi definito le modalità con cui sarà possibile svolgere i referendum online. 

Vediamo dunque nel dettaglio cosa significa questa importante novità e quali saranno le modalità con cui sarà possibile firmare un referendum da casa. 

Firme digitali e democrazia partecipativa: quando il mezzo diventa sostanza

La possibilità di firmare digitalmente un referendum o una legge d’iniziativa popolare è finalmente realtà. Gli attivisti parlano senza remore di “conquista”, di fronte ad una legge che nasceva con il parere contrario del Governo e del Ministro della Giustizia Cartabia. 

Qualche giorno prima dell’approvazione del disegno, oltre venti sostenitori del Referendum per l’Eutanasia Legale erano entrati in sciopero della fame, per richiedere a gran voce - causa l’aumentare dei contagi da Covid - l’istituzione immediata del referendum digitale.

La Legge di Bilancio disponeva che a partire dal 1 Gennaio 2022 le firme e i dati relativi alla firma di referendum o leggi d’iniziativa popolare “possono essere raccolti (...) in forma digitale ovvero tramite strumentazione elettronica” con le modalità previste dal Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD).

Con la conversione in legge del decreto semplificazioni bis, però, la strada per il referendum digitale è diventata più breve: è infatti realtà già dall’inizio di Luglio, proprio come richiesto dall’Associazione Luca Coscioni e dagli altri promotori dell’importante referendum sul fine vita.

La legge 108/2021 include l’istituzione del referendum digitale nell’ambito delle misure per la transizione digitale. Dispone, innanzitutto, che il certificato d’iscrizione necessario per firmare un referendum possa essere presentato anche in formato digitale, a mezzo PEC e corredato da un documento d’identità, come da disposizioni CAD.

Sarà quindi possibile per associazioni, partiti e movimenti richiedere l’istituzione di un referendum tramite PEC, ma la novità più importante riguarda la possibilità per tutti i cittadini di partecipare alla vita politica anche laddove impossibilitati a recarsi presso gli abituali banchetti da raccolta firme.

Come spiegano dall’Associazione Coscioni, “raccogliere firme digitalmente significa consentire a tutti di poter esercitare i loro diritti politici, (...) è stato segnato un traguardo storico  per la democrazia italiana”.

Firma digitale e SPID: come firmare digitalmente per il referendum

Già nella legge di Bilancio che anticipava la misura del referendum digitale venivano predisposte due modalità per partecipare alla vita politica del Paese in modalità remota: attraverso una ennesima piattaforma appositamente studiata dal Governo, oppure secondo le modalità previste dall’art. 20 del CAD.

Il Codice per l’Amministrazione Digitale definisce in quello specifico articolo le caratteristiche di una firma digitale che abbia valore legale: deve garantire “sicurezza, integrità e immodificabilità del documento e, in maniera manifesta e inequivoca, la sua riconducibilità all’autore”, nonché deve contenere un riferimento temporale “opponibile a terzi”. 

Mentre la piattaforma del Governo è in via di completamento, e da più parti si dice che sarà pronta entro la fine del mese di Agosto, è già possibile dal 1 Luglio firmare digitalmente con le modalità indicate dal CAD.

La novità sostanziale del provvedimento è nel fatto che le firme raccolte digitalmente, in quanto già legalmente valide e certificate, non dovranno essere ulteriormente autenticate da un pubblico ufficiale.

È importante sottolineare che la definizione di firma digitale legalmente valida include, a partire dal 2020, anche la firma con SPID e con CIE (Carta d'Identità Elettronica). Già oggi è dunque possibile apporre la propria firma per una legge di iniziativa popolare o per l’istituzione di un referendum - su base nazionale o locale - tramite firma digitale, SPID o CIE.

Si tratta di un passo in avanti importante, sia in termini di semplificazione amministrativa sia in materia di “transizione digitale”: la raccolta firme in formato digitale è già una pratica comune per molti Paesi dell’Unione Europea, mentre la legge italiana che regolava la raccolta di firme fino a qualche giorno fa risaliva a cinquant’anni fa.

 

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